Volutamente
Disfarsene, scaricarli è facile
Basta abbandonarli.
E’ una tragedia che aggrava le mie sofferenze
Ma rafforza il mio amore per loro.
Nessuna cosa mi distoglie
Anche se sono immerso in un mare di
difficoltà.
Ogni giorno come il primo e il seguente
Lasciano questi piccoli esseri ,
volutamente scacciati.
Allora è la pietà che vince e
dolcemente li accolgo.
Eccoli! Sono in uno stato pietoso
Pieni di acciacchi e malanni.
Piangono, hanno bisogno di cure e di affetto;
mentre la società è cosi lontana
dalla pietà,
il mio amore vince e li accoglie tutti in uno
abbraccio.
Il mio cuore è colmo di gioia,
cosa mi serve tutto l’oro del mondo?
Sono in mezzo a loro,
sono commosso sino alle lacrime.
Fortunato me,che ho incontrato queste dolci
creature,
non sapete ignari cosa perdete!
E’ male per l’anima separarsi dal mondo,
e di non aver realizzato,un’ innocente desiderio.
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Si sente dire
spesso che il micio è un animale indipendente e
solitario, che non sopporta la compagnia degli altri gatti e che
accetta l’uomo quasi a malincuore, soltanto perché quest’ultimo
gli
assicura il cibo nella ciotola. La verità invece è che il
gatto è
tutt’altro che asociale. Ne è prova lampante la sua elaborata
forma di
linguaggio. Attraverso una vasta gamma di movimenti e posizioni della
coda, degli occhi, delle orecchie, del pelo e persino dei baffi,
è in
grado di trasmettere le proprie intenzioni, le emozioni, lo stato
d’animo. Per non parlare poi dei messaggi odorosi: un intero mondo di
informazioni dal quale siamo per forza esclusi.
Quindi, se il gatto fosse davvero un animale asociale, come
spesso
lo si dipinge, cosa se ne farebbe di tutti questi canali di
comunicazione? Lui invece, non solo è sempre pronto a fare
amicizia,
ma, pur restando riservato e timido di natura, quando non può
comunicare con gli altri, ne soffre.
I gatti che da adulti hanno dei problemi di comportamento, che
si
dimostrano eccessivamente aggressivi oppure paurosi, sono proprio
quelli che da cuccioli non hanno socializzato, che non hanno imparato a
interagire con gli altri gatti e con le persone.
D’altra parte, per avere la conferma di come il micio sia un
vero
“chiacchierone” è sufficiente osservarlo e dargli retta. Quante
cose ha
sempre da dirci! Non solo usando esclusivamente il linguaggio del corpo
ma anche attraverso la voce, con il suo “miao” dalle diverse sfumature:
un modo di “parlare” riservato soltanto a noi, quasi avesse capito che
non sempre siamo bravi a leggere il suo corpo.
I suoi miagolii, quindi, le strusciate contro le nostre gambe,
la
coda sollevata a mo’ di “pennacchio”, le fusa, i segni che lascia con
le unghie: sono tutte vere e proprie frasi. Spesso il gatto attende da
noi una risposta e quando lo facciamo, modulando la nostra voce in un
tono dolce e gentile, capisce subito che ci stiamo rivolgendo a lui e
si sente soddisfatto.
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